martedì 28 agosto 2012

Centrifughe del novecento. Leggo "Carolina ore 10" su di un post-it, un quadratino di carta studiato e realizzato per esser perso, o perchè tu perda il ricordo del motivo per cui lo hai scritto. Penso al cameriere di un locale di vinili troppo giovani, il cameriere che ha esclamato "centrifughe del novecento"! tritando pezzetti di frutta sanguinanti pesticidi. E se potessimo centrifugare tutta la nostra agendevolezza? Se potessi centrifugare non il post-it, bensì "Carolina ore 10", e coriandolizzare tutti questi impegnucoli umani, troppo umani? Centrifughe del novecento. Come il tuo sorriso, che contrifuga i tuoi occhi in due fessurine, piccole come le asole della mia camicetta, sciogliendo i nodi del mondo. Vorrei centrifugarmi via da quella colla insulsa che è la gente. Per guardarti in santa guerra. 
Valérie Coquéricots

lunedì 20 agosto 2012

E' stato un futuro remoto
quando Leontina i libri li leggeva al contrario
quando tra le dita c'erano ragnatele e possesso arbitrario
quando leccava i francobolli e non il destinatario.
Quando si perdeva in more
e fra i cespugli non crescevano che memorie.
Quando aprendo gli scatoloni capì che sul suo spazzolino i denti non li avrebbe mai messi
se non prima di lavare annessi e connessi
e di cucinare compromessi. 
Quando la sveglia suonava sulla sua tristezza
ed il piede sbagliato sul tappeto la intorpidiva con accortezza.
Quando le caramelle le mangiava sulle scalinate
ora impazzisce alle loro serate
altro che Cani che ululano di mode e di cazzate!
Quando le lenzuola non assorbivano che il suo respiro regolare
quando bellezza era qualcosa su cui scrivere e creare
e non bastava far di tutto per farsi guardare:
l'odio te lo dovevi guadagnare.
Ora non è tempo per capire sin dove arriva il violino sulla tua schiena
basta coglierti e sbucciarti, oh Leontina, quando sei matura appena. 
[Valérie Coquéricots]